La psicoterapia si differenzia dalla Consulenza psicologica in quanto:
- Il tempo massimo previsto per una consulenza è di circa dieci sedute, mentre una psicoterapia ha un tempo minimo di circa sei mesi in cui le sedute hanno una cadenza settimanale.
- Solitamente il disagio per cui viene richiesta una consulenza psicologica può essere definito come lieve o comunque momentaneo, mentre la persona che richiede una psicoterapia soffre di un disagio più strutturato nel tempo che non riguarda appunto una situazione specifica, ma coinvolge l’intera persona con la sua personalità.
- L’intervento psicoterapeutico non è circoscritto al potenziamento delle capacità di problem-solving ossia a chiarire, esplorare ed individuare alternative per prendere una decisione, ma il lavoro coinvolge l’intera esistenza della persona: la psicoterapia ci aiuta ad essere maggiormente consapevoli del modo in cui ci muoviamo nel mondo. Attraverso l’aiuto di una/uno psicoterapeuta si possono individuare ed affrontare quei particolari automatismi comportamentali, strutturatisi in età infantile per sopravvivere all’ambiente, che ci impediscono di vivere un’esistenza soddisfacente e creativa.
Qui sotto verrà trattata in maniera più dettagliata la psicoterapia ad approccio gestaltico.
Cos’è la psicoterapia della Gestalt?
La psicoterapia della Gestalt è un approccio psicoterapeutico che si colloca all'incrocio fra la psicanalisi, le terapie psicocorporee di ispirazione reichiana, lo psicodramma, gli approcci fenomenologici ed esistenziali e le filosofie orientali.
La psicoterapia della Gestalt sviluppa una prospettiva unificante dell'essere umano, integrando le sue dimensioni sensoriali, affettive, intellettuali, sociali e spirituali e consentendo un’esperienza globale in cui il corpo può parlare e la parola può incarnarsi. Questo particolare approccio terapeutico pone l'accento sulla presa di coscienza dell'esperienza attuale ("il qui e ora" che contempla anche l'eventuale riaffiorare di un vissuto antico) e tende a “riabilitare” il sentire emozionale corporeo.
La Gestalt favorisce un contatto autentico con gli altri, un adattamento creativo dell'organismo all'ambiente ed anche una presa di coscienza di quei meccanismi interiori che ci spingono a dei comportamenti ripetitivi e non più adeguati. Attraverso l’aiuto del terapeuta possiamo mettere in risalto i nostri processi di blocco o di interruzione del ciclo normale di soddisfazione dei bisogni e scoprire così ciò che evitiamo, le paure, le inibizioni e anche le nostre illusioni. La Gestalt non mira semplicemente a spiegare le origini delle nostre difficoltà ma tende a sperimentare nuove vie di soluzione: alla ricerca di un "sapere perché" si sostituisce "un sentire come", foriero di un cambiamento. In Gestalt ognuno è responsabile di ciò che sceglie e di ciò che evita. La persona lavora al ritmo e al livello che gli è più congeniale, a partire da ciò che emerge in lui/lei in quell'istante: che si tratti di una percezione, di una emozione, o di una preoccupazione del momento, o anche di rivivere una situazione passata irrisolta o "incompiuta", o ancora di esprimere incertezza riguardo le prospettive per l'avvenire.
In sostanza la psicoterapia della Gestalt non si occupa di comprendere, analizzare o interpretare gli avvenimenti, i comportamenti o i sentimenti, ma piuttosto di favorire la presa di coscienza globale del modo in cui funzioniamo, dei nostri processi di adattamento creativo all'ambiente, di integrazione dell'esperienza presente, di ciò che evitiamo e dei nostri meccanismi di difesa.
Essere di più se stessi, essere quello che si è prima di essere in un altro modo, è la "teoria paradossale del cambiamento" in Gestalt.
Non si tratta di comprendere o di apprendere, ma di sperimentare, allo scopo di ampliare al massimo il proprio vissuto e la propria libertà di scelta al fine di uscire da quel determinismo alienante del nostro passato e dell'ambiente che ci ha condizionati fin dall’infanzia per ritrovare finalmente uno spazio di libertà e di responsabilità: "l'importante non è quello che hanno fatto di me, ma ciò che io faccio di ciò che hanno fatto di me" (Sartre 1966).
In Gestalt il sintomo è considerato una "richiesta" specifica della persona: è il linguaggio che la persona ha “scelto”. In questo senso il lavoro del terapeuta è quindi quello di ascoltare con attenzione e rispetto questo particolare e unico modo che la persona “ha scelto” per esprimersi e, con alcune tecniche di amplificazione, cerca di sollecitarne anche le sue manifestazioni in modo che la persona diventi sempre più consapevole del messaggio che attraverso il sintomo sta esprimendo così da trovare nuove strade, più funzionali per lei, per dire quello che vuole dire.
In questo tipo di lavoro, colei/colui che pratica la Gestalt si mostra attiva/o e disposta/o ad intervenire, ma non decide da sola/o la direzione del lavoro: come una guida di montagna, egli mette la sua competenza a disposizione del cliente per accompagnarlo attivamente nel corso dell'esplorazione, lungo la via che lui/lei stesso/a individua. Il suo ruolo è quello di permettere e di facilitare, più che di comprendere o di far fare.